“Ho sognato che il mio gatto era tornato cucciolino, in salute, e mentre lo tenevo tra le braccia, provavo una gioia e un senso di tenerezza immensi. Tre giorni dopo è morto. Poi ho preso un nuovo gattino e una notte, di nuovo in sogno, ho visto il mio vecchio gatto accoccolato pacifico accanto a lui.”
Le parole della signora R. sono permeate della tipica malinconia agrodolce del risveglio, che riporta ad una realtà dolorosa da affrontare, dopo la perdita di un affetto. Chi ama gli animali capirà cosa voglio dire. La dipartita di un fedele amico a quattro zampe è in tutto e per tutto un lutto. E come tale va elaborato.
E in effetti, quando ci si trova a dover affrontare una separazione dolorosa, la nostra mente reagisce sempre innescando il medesimo meccanismo, ovvero negando in prima battuta l’accaduto, perché impossibile da accettare. Il nostro cervello rifiuta il concetto di morte; di fronte allo shock e al dolore, la reazione istintiva ci porta a dubitare, a negare la realtà degli eventi.
Ecco che allora i sogni si trasformano in un antidoto consolatorio per il cuore sofferente. Nell’illusoria realtà onirica, il micino di R. torna ad essere cucciolo, in salute, come sottolinea lei stessa, e tenerlo tra le braccia le provoca un forte sentimento di conforto.
Sognare chi non c’è più – animale o persona che sia – è normale, ed è un processo naturale innescato dalla nostra mente con lo scopo di aiutarci a prendere poco per volta coscienza della morte.
R. però inizia a sognare il suo gatto prima del fatidico momento del distacco. Di fronte all’evidenza di ciò che purtroppo non si può evitare, alcune persone dotate di particolare resilienza iniziano in anticipo il loro percorso di auto – guarigione inconscia. Ed ecco perché, in un momento successivo, la nostra cara lettrice torna a sognare il suo vecchio gatto. Sereno e acciambellato accanto al micino appena adottato, appare quasi come l’emblema di un nulla osta simbolico per la neonata amicizia.
Detto questo, sarebbe logico e conveniente concludere dicendo che l’inconscio di R. si è espresso attraverso le sembianze del vecchio animale, così da liberarla dal senso di colpa provato per “averlo sostituito” con un nuovo cucciolo.
Ma non posso farlo, perché dovrei ammettere che, anche nel mio caso, i sogni sono solamente sogni, e che il mio cane di un tempo non è mai venuto a trovarmi per farmi un saluto, mentre stavo dormendo.
Ti saluto con una citazione:
Se si guarda negli occhi un animale, tutti i sistemi filosofici del mondo crollano.
(Luigi Pirandello)
Paola Alesso