Il Napoli Club, capitanato dal suo Presidente – Pietro Mitrione – torna con una bella iniziativa per sostenere le categorie più deboli. Da pochi giorni è partita una raccolta di abiti per i bisognosi a cui diversi cambianesi hanno aderito con la grande solidarietà, che va detto, li contraddistingue sempre.
Mitrione, il vostro sodalizio è sempre in prima linea per le iniziative di carattere sociale. Come è nata questa raccolta di indumenti per i cittadini in difficoltà?
«È vero in dodici anni di attività del Club abbiamo, nel nostro piccolo e con tutti i limiti, scritto diverse pagine di solidarietà e di impegno a favore di chi ha più bisogno. Questa della raccolta di indumenti è la prima volta che ci vede impegnati. È una campagna di sensibilizzazione e di aiuto concreto verso le persone in difficoltà che non possono permettersi di comprare indumenti adeguati alla situazione climatica particolarmente rigida di quest’anno. Praticamente è nata parlando con alcuni amici del Club che come me avevano diversi capi pesanti in disuso, quindi si è pensato di donarli ai tanti amici bisognosi che quasi ogni mattina vengono a fare colazione da noi beneficiando del nostro “caffè e brioche pagato”. La cosa poi piano, piano è andata sviluppandosi».
Come è gestita la raccolta?
«Le persone che intendono portare indumenti tipo giacconi, cappotti, giacche a vento, felpe ecc. possono contattare il Club (cel. 338.8836276) e prendere appuntamento in sede per la consegna dei capi. La sede è comunque aperta tutti i giorni la mattina e nelle giornate delle partite del Napoli. Chi porta gli indumenti, volendo, può consegnarli personalmente dandoci così anche una mano nella distribuzione».
I destinatari di questa campagna di raccolta sono delle particolari categorie di persone?
«Assolutamente no. È rivolta ad italiani, stranieri e a senza fissa dimora. Per noi la povertà non ha lingua, colore, religione e latitudine».
Mitrione, Cambiano ha visto spesso il vostro Club impegnato su questi temi, pur essendo un Club sportivo. Questo non succede spesso, come mai questa scelta?
«Noi crediamo che lo sport è il mezzo ideale per veicolare, specie nei giovani, principi e valori che sono alla base del vivere civile, come l’altruismo, la solidarietà e la tolleranza, anche se purtroppo questo avviene sempre di meno negli ultimi tempi. Il guardare ogni tanto indietro a noi per tendere la mano a chi ci chiede aiuto dovrebbe essere il minimo per restare umani».
Fino a quando durerà la raccolta?
«Mi verrebbe da dire fino a quando nessuno più ne avrà bisogno, ma questo è un sogno. Andremo avanti fino a quando ci saranno persone sensibili che ci aiuterranno portando gli indumenti».