Flavio Vasile, autore santenese, racconta della sua ultima opera, la grafic novel “Gli occhi di una partigiana”, che ha riscosso ottime recensioni, il Premio Nazionale Inedito – Colline di Torino ma anche, per ultimo, il veto dall’ANPI di Chieri per il patrocinio.
«”Gli occhi di una partigiana” nasce da un incontro casuale avvenuto anni fa ad Agliano, vicino Asti, durante la visita a un amico – racconta Vasile – Conoscemmo il suo nuovo vicino, un anziano signore inglese che era appena andato in pensione e aveva deciso di andare a vivere tra le colline delle Langhe, perché si era innamorato di quei paesaggi. Io in quel periodo avevo da poco terminato un romanzo in cui il protagonista era un giovane tedesco che, durante la seconda guerra mondiale, si era trovato, suo malgrado ad essere reclutato nell’esercito nazista».
«Mischiando questi elementi e aggiungendo delle storie che avevo letto sull’eroismo di donne partigiane durante la Resistenza al nazifascismo ho scritto una storia nuova dove immaginavo un anziano avvocato tedesco, Robert, che, ormai ultranovantenne, tornava ad Agliano, per acquistare una casa in vendita, sulla cima di una collina – continua l’autore – In quella casa, nel ’44, quando era un giovane ufficiale nazista, si era rifugiato dopo un’imboscata da parte dei partigiani, ed era stato catturato da una giovane della Resistenza, Anna. In quella notte di prigionia tra i due, nazista e partigiana, sboccia la passione e lei, all’indomani, invece di consegnarlo ai suoi compagni, lo lascia fuggire, per mettersi in salvo».
La storia d’amore riceve nel 2020 un Premio importante.
«Ho mandato il racconto al Premio Nazionale Inedito – Colline di Torino, dove è stato selezionato come testo vincitore nel 2020. Vincere il Premio mi dava diritto a un contributo per la pubblicazione in formato e-book, ma a Valerio Vigliaturo, direttore del Premio, ho proposto di trasporre il racconto in una graphic novel» – racconta Vasile.
Come è nata l’idea di farne una grafic novel?
«Questa idea mi era venuta in mente qualche mese prima, quando avevo deciso di partecipare al Premio e avevo sottoposto il racconto ad un mio nuovo collega, Alberto Cicchi, che ha la passione per il fumetto ed è un ottimo illustratore e ritrattista. Ricordo ancora quando, dopo averlo letto, mi disse “ne verrebbe fuori una bella graphic novel” e io, istintivamente, gli ho risposto “se vinco il premio la faremo”. Né lui, né io potevamo immaginare che cinque mesi dopo sarebbe andata proprio così – racconta l’autore – Dopo la vittoria al Premio Vigliaturo è rimasto entusiasta della mia idea e, nei mesi successivi, con Alberto, abbiamo lavorato per realizzare la graphic novel. Il lavoro consisteva nella mia attività di trasporre schematicamente in disegni le scene del racconto, mandarle ad Alberto che provvedeva a realizzarne le tavole in formato digitale. La pubblicazione è avvenuta ad aprile del 2021 e la prima presentazione in libreria a giugno dello stesso anno».
“Gli occhi di una partigiana” è stata ospite di diversi eventi, quali in particolare le hanno dato più riscontro?
«Tra gli eventi che abbiamo organizzato per promuovere “Gli occhi di una partigiana” mi piace ricordare quello ad Agliano (dove la storia è ambientata) a luglio 2021 e a Biennale Democrazia, insieme all’associazione culturale Periferia Letteraria e l’ANPI sez. N. Grosa di Torino nel marzo di quest’anno. Sempre quest’anno ho presentato il racconto alla classe di Liceo che frequenta mio figlio, in collaborazione con l’insegnante di Italiano. ll confronto con i ragazzi è stato stimolante e costruttivo, soprattutto per me, perché io reputo “Gli occhi di una partigiana” un mio modesto contributo per tramandare, soprattutto ai più giovani, ciò che è stata la guerra di liberazione, un periodo di odio, attraverso una storia d’amore».
C’è un gran parlare del patrocinio negato dall’ANPI di Chieri, quali motivazioni le sono state date?
«Curiosamente la posizione dell’ANPI nei riguardi dell’opera non è stata unanime. Il fatto che gli eventi e i valori della resistenza siano, nel racconto, filtrati dagli occhi di un tedesco, ha creato pareri contrastanti, così come anche il fatto che una partigiana possa aver amato un nazista. Il comitato provinciale di Torino non ha appoggiato nessun tipo di iniziativa a favore della graphic novel, quando glielo ho proposto nel 2021. La motivazione era chiara: la storia d’amore tra i due protagonisti metteva in secondo piano gli eventi storici. Non ho apprezzato il loro pensiero ma l’ho accettato. L’ANPI sez. N.Grosa, invece, non solo ha sponsorizzato l’evento alla Biennale Democrazia, ma ha creato un interessante dibattito (disponibile interamente su Youtube) in cui abbiamo parlato dei valori della Resistenza ma anche di perdono e riconciliazione, che poi è uno dei temi del racconto».
«L’ANPI di Chieri non solo ha rifiutato di patrocinare la presentazione organizzata al Salone Off di Torino presso il castello di Pavarolo, quest’anno – conclude Vasile – ma ha anche criticato l’opera, dando un’interpretazione degli eventi propria, lontana dai miei intenti, stravolgendo il messaggio che nel racconto io volevo dare. La polemica tra loro verso noi autori è finita sui giornali. Una parte di chiarimento c’è stata in quanto un responsabile di Rifondazione Comunista ha partecipato all’incontro, esponendo il suo pensiero, a cui ho dato le mie spiegazioni».