In corso la seconda giornata della fiera “Segni di Primavera” che nella sua seconda edizione diventa accessibile a 360° con la presenza di interpreti LIS, Lingua Itailana dei Segni.
Con l’interprete locale Laura Patella scopriamo in quali padiglioni o iniziative è presente questo servizio.
«La fiera, da quest’anno, è accessibile anche alle persone sorde grazie al servizio di interpretariato offerto dalla associazione Santena E 20. Saremo a disposizione per tutti i padiglioni e alle visite guidate a Villa Cavour».
È la prima collaborazione come interprete con l’amministrazione comunale di Santena?
«Io personalmente sono una libera professionista. Lavoro per privati ed enti pubblici come il tribunale piuttosto che gli ospedali. Con l’amministrazione comunale santenese abbiamo iniziato a collaborare nel dicembre 2016, nel momento in cui, come Comune, hanno riconosciuto la Lingua dei Segni. Questo serve per sostenere la lotta della comunità sorda nei confronti dello Stato che non ha ancora riconosciuto la Lingua dei Segni come Lingua vera e propria, nonostante nel 2006 abbia firmato in merito la convenzione ONU. In tutta Europa la LIS è stata ufficializzata, manchiamo solo noi italiani. Significherebbe scrivere un pezzo di storia molto importante di integrazione, sensibilità per persone con un handicap invisibile, fornire servizi gratuiti negli uffici pubblici e nell’ambito scolastico».
Quanta sensibilità c’è in genere da parte delle amministrazioni?
«A Santena le cerimonie istituzionali come il 17 Marzo giornata dell’Unità Nazionale, il 25 Novembre giornata contro la violenza sulle donne e il 25 Aprile festa della liberazione ed altre vengo tutte tradotte in Lingua dei Segni. Durante queste cerimonie le amministrazioni dei comuni limitrofi si sensibilizzano, anche il Prefetto di Torino dopo la cerimonia del 17 marzo dello scorso anno ha istituito dei corsi di sensibilizzazione per i dipendenti pubblici.
Questo per me è gratificante perchè fa capire che le persone sono molto attente a questo tipo di disabilità».
Qual è il percorso che ha fatto per diventare interprete LIS?
«Il percorso per diventare interprete è lungo ed è molto impegnativo, parliamo di 6 anni di studio che si può portare a termine con facilità grazie alla passione, curiosità e al fascino che può trasmetterti questa lingua che usa un canale comunicativo diverso dal solito, quello visivo/gestuale. Questi corsi sono organizzati dall’Ente Nazionale Sordi delle varie provincie in tutta Italia.
I miei genitori sono sordi ed utilizzano questa lingua abitualmente anche con me ma per diventare interprete professionista bisogna comunque seguire il percorso formativo.
Il motivo per cui ho intrapreso questa strada è il piacere di tradurre è permettere che tutto sia accessibile anche alle persone sorde, dalle situazione di divertimento e cultura come la Fiera Segni di Primavera alle situazioni meno piacevoli».