Prosegue l’iter per far partire il prima possibile i lavori dell’Ospedale Unico a Cambiano.
In città arrivano i primi sopralluoghi.
La Dottoressa e Assessore Aurora Grassi così racconta.
«Nel 2014 ero già amministratore nel Comune di Cambiano in qualità di Assessore alla Sanità, con
Sindaco l’Ing. Giancarlo Michellone – spiega Grassi – Avevamo proposto all’Assessore Regionale alla Sanità Dott. Luigi Saitta, come sito dell’Ospedale Unico ASL TO5, l’area demaniale delle caserme. L’opposizione cambianese aveva invece proposto l’Area Elia ex Besenzoni e Ferraresi che era stata subito scartata dalla Regione».
«Avevo partecipato ad un paio di riunioni, ma la conclusione era stata irremovibilmente per il sito Vadò. Era presente già un vecchio progetto – dice l’Assessore – In seguito era stato presentato un ricorso da parte del Comune di Villastellone che aveva bloccato tutto».
«Noi come Comune di Cambiano non avevamo fatto ricorso poiché, sin dall’inizio, la nostra posizione era stata: “È necessario, anzi indispensabile, avere un Ospedale Unico ad alta intensità di cure, perciò non importa il sito, l’importante è che si faccia” – chiosa la Dottoressa, e continua – Ormai la sofferenza dei sanitari, soprattutto medici e infermieri, era ed è altissima; molti medici e infermieri stanno lasciando questi ospedali per migrare nelle strutture private, altri chiedono trasferimenti in altre sedi. Il disagio è notevole per operatori e pazienti».
«Con l’avvento di Alberto Cirio in Regione è stato effettuato uno studio comparativo da parte di un gruppo tecnico di lavoro, una agenzia privata super partes IRES. Dall’analisi comparativa delle tre aree in ballottaggio, l’area di Cambiano ha ottenuto una percentuale di soddisfazione del 61% contro il 50% dell’area Moncalieri-Trofarello e del 28% dell’area di Villastellone – continua l’Assessore – Sicuramente a nostro favore ha giocato il fatto che si tratta di un’area demaniale a basso consumo di suolo e geologicamente più idonea, oltre che molto ampia».
«Il Nuovo Ospedale sarà ad alta intensità di cure; per intenderci una struttura soprattutto per le patologie tempo-dipendenti (infarti miocardici, ictus, emorragie, ecc.) e ad alta tecnologia (strumentazioni d’avanguardia, apparecchiature di precisione, protocolli e farmaci innovativi, utilizzo di sussidi)» – precisa Grassi.
«Le strutture “dismesse” di Chieri, Moncalieri e Carmagnola rimarranno attive per tutti i servizi sanitari che non necessitano di una struttura ospedaliera così avanzata, per esempio per le patologie croniche, gli esami e le visite ambulatoriali, le case di comunità, per le urgenze differibili, per le prestazioni sanitarie territoriali, hospice ecc. – comunica l’Assessore – Sulla progettazione futura di questi ospedali “dismessi” credo che ci sia bisogno ancora di confronto e accordi precisi».
«Per quanto riguarda invece l’Ospedale Unico parte del finanziamento è già disponibile, 202 milioni di euro da parte dell’INAIL – Ovviamente saranno necessarie opere di viabilità per il trasporto pubblico e privato, occorreranno infrastrutture adeguate. Ci sono già progetti regionali di viabilità finanziabili con PNRR – spiega Grassi, e conclude – Noi, ed io in particolare come medico, continuiamo ad affermare l’assoluta necessità di un ospedale ad alta intensità di cure con DEA di I livello. Nel progetto si parla di 406 posti letto per acuzie, dovranno essere rappresentate tutte le specialità, compresa la materno-infantile, 28 posti letto per post acuzie per un totale di 434 posti letto. Ci saranno posti letto per dialisi e per osservazione breve intensiva. Non rimane che augurarci un pronto adempimento degli accordi».