La festa di leva è innanzitutto la voglia di stare insieme, ritrovarsi. Quando poi è quella dei 60 anni, assume un significato ancora più profondo, come racconta la signora Carla Bezuit, l’organizzatrice.
«Mi è capitato di parlare con una cittadina e dire che stavo preparando la festa della leva. Questa mi ha guardata con occhi sgranati e mi ha domandato come mai. Collaboravo con l’esercito?» – inizia così, con umorismo, il racconto della signora Carla Bezuit, che è riuscita con successo ad organizzare la festa di leva 1958.
Perché questa domanda, secondo lei?
«La leva su Google come prima definizione è “macchina semplice che trasforma l’energia, costituita da….” termine tecnico e applicato alla fisica, poi riferito al servizio militare molti paragrafi più sotto. Ma non si trova il significato esatto. Che cos’è la leva, che cos’è il coscritto, non si sa.
Perché? forse perché non esiste più. Termine usato solo nei piccoli paesi, nei piccoli centri con pochi abitanti e perlopiù tutti ivi residenti dalle scuole materne, alle scuole elementari e medie.
Termine in disuso perché non c’è più il desiderio o la “moda” di cercare, chiamare, invitare i propri compagni di scuola e condividere insieme un pranzo, una cena, una giornata».
Ha dunque pensato a una rimpatriata.
«Non ci siamo trovati per simpatia, o perché ci frequentiamo abitualmente. La maggior parte di noi frequenta ambienti e luoghi diversi, ma in molti abbiamo sentito il desiderio di ritrovarci. Parecchi si sono rivisti dopo 40 o 50 anni con una vita da raccontare».
Eravate in 73, un gruppo numeroso, com’è riuscita a contattarli tutti?
«Quella che abbiamo festeggiato è la festa di leva dei 60 anni e quindi una tappa importante nella vita. Ho invitato persone che sono nate oppure hanno frequentato le scuole e vivono quasi tutte a Santena o nei paesi limitrofi. A parte Franco che all’età di 17 anni era ritornato al paese di nascita dei genitori nel Veneto, ma è venuto a festeggiare con i suoi “vecchi” compagni di scuola.
Questa tappa della nostra vita l’ho voluta valorizzare. Così ho iniziato col raggruppare i più vicini col gruppo in whatsapp, la tecnologia in questi casi è fantastica.
Dal gennaio 2017 giorno dopo giorno ho creato gruppi per SMS, una lista di distribuzione in posta elettronica, insomma li ho agganciati anche da Facebook e dalle pagine bianche partendo dall’elenco del nostro comune di residenza. Sicuramente un impegno, ma ne è valsa la pena».
Crede molto nell’amicizia?
«Credo fortemente nel valore dell’amicizia, dello stare insieme e come me tanti altri. Abbiamo scoperto come questi valori assumano altri connotati con la maturità diventando poi importanti e significativi, anche verso persone che magari un tempo non si erano frequentate».
Qualche informazione sulla serata per finire?
«La festa di sabato 7 aprile è stata super, 73 appunto i partecipanti. Il numero avrebbe potuto essere ancora più alto, ce n’erano altri bloccati con problemi vari a casa che altrimenti sarebbero venuti. Ci siamo ritrovati all’Agrisport Il Poggio dopo Casanova, abbiamo mangiato, parlato, ballato tutta la sera con musica dal vivo di Enrico Pezzica. Poi ci siamo congedati alle 2 del mattino, stanchi ma contenti, con l’impegno di rivederci al più presto».
A quando il prossimo incontro?
«Stiamo già programmando un weekend nelle Dolomiti in autobus verso settembre. L’anno dei 60 finirà il 31 dicembre e nel frattempo abbiamo ancora tante cose da organizzare!».