Valentina Bozzato e Asia, la sua border collie di 4 anni da cui non si separa mai, sabato 17 novembre hanno superato l’esame e raggiunto la qualifica di Unità Cinofila Operativa per la Ricerca Dispersi in Superficie. Valentina fin da adolescente ha iniziato il suo volontariato per la sede del comitato locale CRI di Santena. Quando Asia è arrivata nella sua vita, ha deciso che insieme avrebbero potuto fare molto di più e rendersi utili in caso di calamità naturali e ricerca. Inizia così la preparazione con l’Unità cinofila di Gassino Torinese.
Come nasce la sua decisione di fare la volontaria in croce rossa?
«Il mio percorso in Croce Rossa inizia nel settembre 2004. All’epoca avevo 17 anni. Credo che il tutto sia nato per caso e forse, come per tutti i ragazzi giovani, per il fascino dell’ambulanza e della sirena. Negli anni è però diventata una passione reale».
Quando inizia il suo amore per i cani?
«L’amore che provo per i cani credo sia nato lo stesso giorno in cui sono venuta al mondo. Li ho sempre amati follemente».
E poi è arrivata Asia.
«Nel 2014 dopo aver perso il mio primo cane, arriva Asia. Sono andata a vedere la cucciolata e non ho più potuto fare a meno di lei».
Tutti i cani di qualsiasi taglia e dimensione possono fare soccorso?
«Esatto, ovviamente ci sono razze più predisposte ma tutti possono essere addestrati».
Come si capisce se il nostro compagno di vita a 4 zampe, puó fare il volontario?
«Io e Asia abbiamo iniziato il nostro percorso da subito. Aveva 6 mesi e il nostro addestramento prevedeva una parte di obbedienza e una parte di ricerca in superficie. Ho subito capito che potevamo farcela».
E ce l’avete fatta. Quanto lavoro ci è voluto?
«Le specializzazioni sono 4: ricerca in superficie, ricerca su macerie, soccorso in acqua, ricerca su valanga.
Ognuno sceglie la sua specializzazione. Il nostro percorso è durato più della media. Purtroppo a causa di alcuni problemi di salute di Asia siamo state rallentate, ma dal 17 novembre noi siamo un’Unità Cinofila Operativa per la Ricerca Dispersi in Superficie».
Le missioni in cui sarete impegnate saranno pericolose. Cosa spinge una persona che ama il proprio cane come lei a rischiare?
«Certo, si corrono e ci sono anche dei pericoli, sia per me che per il cane stesso. Le ricerche il più delle volte vengono svolte all’interno di zone montane, boschive, quindi i rischi ci sono, come per esempio di essere morse da una vipera, il rischio di ferirsi, cadere nei dirupi. Per fortuna non accade frequentemente ma può succedere. Fare del bene agli altri arricchisce noi stessi».
Quanto è impegnativo per il cane l’addestramento?
«Ci tengo a precisare che per il cane non è una tortura, anzi è un gioco e anche molto bello. Asia sa che quando “trova” dopo riceve il suo premio, nel nostro caso si tratta di un premio in cibo e tante, tante coccole. Non vede l’ora di andare a fare il famoso “cerca cerca”. Quando nel fine settimana vede che preparo l’attrezzatura per l’addestramento e l’abbigliamento tecnico inizia a correre alla porta e a scodinzolare piena di gioia».
Che rapporto si crea col proprio partner a 4 zampe?
«Non è neanche descrivibile il legame che si crea tra conduttore e cane facendo questa attività. Si diventa una cosa sola. Si vive una per l’altra».